venerdì 4 aprile 2008

Avanti c'è posto per il camifero. E sinceramnete non ne sentiamo il bisogno

Con le elezioni riscopriamo un personaggio, il “ camifero”. Così si dice del bandista che non è tale in una banda ma che sfila, marcia insieme agli altri e fa solo finta di suonare di solito un vistoso strumento a fiato.Conosciuti i nomi di tutte le liste ora è aperta la caccia a questi personaggi che si sono prestati, a loro dire, per spirito di servizio pur nella consapevolezza di una sonora bocciatura sul cui peso magari rifletteranno solo dopo.

Sono 20 i partiti che chiedono il voto agli abruzzesi: 150 candidati vorrebbero andare alla Camera, 81 al Senato. Giuste rivendicazioni soprattutto per quanti spenderanno migliaia di euro per farsi conoscere e così costretti perché sono mosche bianche fra i soliti vecchi noti. Come sempre non pronosticabile l’esito finale, almeno nella nostra Regione, dove entrano in gioco e per i partiti maggiori tante variabili.

Attorno a questo balletto restano sul tappeto antiche questioni non ancora risolte e non risolvibili nel giro di pochi mesi. Così, quando oramai l’estate è alle porte (perché le quattro stagioni non esistono più) si ritornerà a parlare del Lotto Zero, di piazza Dante, della Teramo- Mare, parlare sotto l’ombrellone, magari spalmandosi la crema che attutisce le bruciature del sole. Discorsi sotto l’ombrellone, come se si stesse al bar. Ma in ogni caso il voto elettorale andrà ad influenzare anche l’amministrazione comunale che si regge per spirito di servizio da parte del sindaco Gianni Chiodi che, se fosse certo di non provocare terremoti, avrebbe già provveduto a mandare a casa almeno quattro assessori, i cui nomi d’altra parte sono sulla bocca di tutti. Grandi frequentatori di tv dove a microfono aperto sparlano e non dicono nulla. Vivono della forza di un cognome a loro imposto, vivono cercando di arrivare alla fine della giostra sperando di essere riproposti. Ma anche in mezzo agli attuali comandanti ci sono molti, troppi “camiferi”.

E così prepariamoci a vivere una calda estate. Perché i lavori (piazza Garibaldi e a seguire quelli del ponte San Ferdinando), ovviamente qualche problema lo arrecheranno. Se poi ci vogliamo aggiungere il posteggio fai da te, vedrete che per esempio il servizio urbano andrà spesso a vedere saltare alcune corse proprio per la responsabilità chi di lascia l’auto dove gli pare, tanto i Vigili Urbani sono da un’altra parte. Estate calda ma,lo annunciamo adesso e assai spesso siamo stati facili profeti su tante argomentazioni che sarebbe adesso troppo lungo stare a ricordare, dai toni velenosi perché Teramo è stata, per così dire, isola felice politicamente in un panorama politico diverso, anzi opposto. Come vorrei assistere ad un ribaltone per vedere che fine farebbe il progetto Piazza Dante? Come vorrei assistere ad un ribaltone per vedere come sarebbe gestita la questione legata al Lotto Zero? Come vorrei assistere ad un ribaltone per vedere come finirebbe l’accantonata questione della Turbogas? Come vorrei assistere ad un ribaltone per veder come finirà la questione sollevata da Romanelli sulla Team? Come vorrei assistere ad un ribaltone per vedere che fine farebbero fare ai varchi del centro storico? Come vorrei assistere ad un ribaltone per vedere contro chi si scaglierebbero i due solerti paladini che difendono commercianti ed affini? Ma commercianti ed affini di San Berardo o della Cona non meriterebbero di essere tutelati e difesi? Oppure i paladini salgono sulla giostra solo nel centro storico? Chi esce per ultimo, per favore, spenga la luce. Con quel che ci costa.