sabato 5 aprile 2008

Riflessioni, anche amare, sul dopo elezioni. Tanto è tutto scontato


Un posto al sole

Ed ora, passata la sbornia elettorale, possiamo, tranquillamente, pensare a trovare un posto al sole. Non si tratta di ricalcare le orme del Posto al Sole partenopeo, dal successo inarrestabile dopo anni di access prime time su Raitre, ma molto più semplicemente un posto al sole in riva all’Adriatico. Perché oramai l’estate è alle porte e dobbiamo liberarci di tutte le angosce teramane. Archiviamo lotto zero, discarica, via Arno, rotonde, viadotti e quant’altro ci angoscia tanto avremo modo e tempo per riparlarne, pensiamo invece a ritrovare il solito ombrellone. Con la possibilità che il viaggio di ritorno sarà impresa da guinnes. Perché troveremo la colonna di auto all’ingresso della città, ci renderemo conto che uscire ed entrare a Teramo resta difficile, ci renderemo conto che senza svincoli, viadotti ed altre realizzazioni in cemento e ferro resteremo sempre isolati. Se è questo che vogliamo restiamo immobili come oggi e saremo accontentati.

Restare immobili significa anche arrendersi dinanzi ad un “sassolino” che di antico non ha nulla e che blocca realizzazioni di edifici, garage, ipogeo e chi ne ha più ne metta. Allo stesso tempo però basta arrivare al porto di Pescara per rendersi conto che laggiù i “sassolini” non hanno trovato seguito, basta arrivare allo Scalo di Chieti per rendersi conto che le strade attraversano i centri abitati e sfiorano le cucine dove è possibile anche vedere che le donne teatine che preparano il sugo tanto l’odore s’avverte perché si passa a pochi metri di distanza. Insomma due pesi e due misure. Teramo è così. Se si può bloccare si blocca, oppure vengono realizzate coperture tanto brutte da passare alla storia proprio per la loro bruttezza (vedi piazza S.Anna o vedi Largo Madonna delle Grazie). Bisogna bloccare, bisogna far restare questa città eternamente isolata.

Ma tornano alla mente alcune dichiarazioni programmatiche rilasciate dal sindaco Gianni Chiodi all’atto del suo insediamento affermò, meritano di essere riproposte e sulle quali non si finirà mai di argomentare cercandone ci coglierne il senso più recondito:"Il Complesso degli impegni per il futuro è stato talora liquidato come un “libro dei sogni” e ciò paradossalmente proprio dalla coalizione di centrosinistra che si è autodefinita il “popolo” o l'armata dei sognatori.Noi rifiutiamo questa definizione. Anzi abbiamo inteso restituire alla Città la voglia di sognare, di immaginare il proprio futuro migliore del proprio passato. Il nostro impegno e contemporaneamente la nostra sfida sarà quella di mobilitare tutte le forze vive della Città a realizzare il sogno. Noi però non siamo il “popolo sognatori”, siamo persone normali che lavorano, che amano la città, che la vivono da anni, che da anni ascoltano le persone e stanno in mezzo alla gente, che senza essere di sinistra amano la letteratura, l'arte, la poesia, ma soprattutto siamo persone che vogliono darsi da fare per costruire una città migliore. Gli elettori hanno preferito la nostra proposta e la nostra umiltà.Da oggi questo è il nostro impegno". Per questo, dopo aver meditato, andremo in spiaggia non secchiello e paletta. Ad ognuno di noi spetta un posto al sole.