mercoledì 6 gennaio 2010

Bisogna rimboccarsi comunque le maniche

Il pegno è una tipologia di prestito che è spesso praticata dai protestati e dai cattivi pagatori ed è considerata da molti come l’ultima strada per ottenere un prestito.Il pegno,o diritto di garanzia,è un pò come il pignoramento un esproprio del bene del debitore,solamente che in caso di avvenuto pagamento del debitore,egli può senza alcun dubbio procedere a richiedere indietro il bene dato in pegno.Il banco del pegno è una banca in cui si concedono prestiti su oggetti dati in pegno ed è stata riaperta visto il periodo di crisi.In particolare è stato riaperto il banco dei pegni di Milano.Come funziona il banco dei pegni.Il banco dei pegni eroga un prestito conseguentemente alla consegna di un oggetto ed eroga un prestito attorno al 10-20% del valore dell’oggetto.In parole povere se si da a pegno un orologio del valore di 2.000 Euro,verrà corrisposta una somma attorno ai 300-400 Euro.Se non si può onorare il prestito ottenuto entro un tot di tempo,l’orologio verrà venduto all’asta.Il banco dei pegni è adatto alle persone con bisogno di liquidità urgente,quando si hanno spese impellenti e tante cose da pagare.Le statistiche dicono che il 90% degli oggetti portati vengono ritirati e i pegni vengono effettuati per importi oscillanti da 50 a 5000 Euro. E se il pegno è il voto? Non c’è da meravigliarsi. Perché le ultime votazioni (bulgare) hanno fatto riferimento al pegno. Come se si stesse dinanzi ad uno sportello del Banco. Non è stata una bella storia, ma prenderne atto è il minimo che si possa fare in questo momento. Successivamente abbiamo assistito al solito e scontato balletto delle anonime, c’è solo da augurarsi che tutti i cantieri aperti possano essere definiti quanto prima per ridare la spinta giusta a Teramo capoluogo. Anche perché adesso non c’è alibi che tenga visto che i colori delle Amministrazioni sono identiche. Sperando che anche il verde possa ricevere quell’attenzione che merita. Credo di aver letto in un programma acute riflessioni sul verde, riflessioni che faccio mie ma che sono state però partorite dall'area 155. “La funzione del verde nelle città va considerata in maniera seria (perché utile e applicabile a basso costo) e scientifica (perché motivata da studi e discipline, non soggette a venti ideologici). Il verde,ben utilizzato, programmato e regolamentato, contribuisce al miglioramento delle condizioni climatiche, sociali e di sicurezza di una Città. Basti pensare alla mitigazione del clima cittadino, di norma più alto rispetto alle zone periferiche e di campagna (fenomeno scientificamente indicato come “urban head island effect” - effetto isola di calore cittadino), grazie alla ventilazione di aria fresca dalla periferia alla città generato dalle aree verdi e dai viali alberati, ma anche semplicemente al principio di ombreggiamento. Senza dimenticare l’utilità sociale di parchi e la sicurezza di un viale alberato in piena visibilità e controllo, una siepe che accompagna i ragazzi a scuola, una protezione per le piste ciclabili”. Sperando dunque che Teramo capoluogo, dopo dieci mesi di commissariamento, riesca a ripartire. Perché di chiacchiere ne abbiamo sentite tante, mentre di fatti ne abbiamo bisogno. Urgentemente bisogno. E la risposta giunta dall’urna è stata piuttosto esplicita. Per la serie “datevi da fare”. Presto e bene.