mercoledì 6 gennaio 2010

Prima delle ultime elezioni

E’ un film già visto ed è stato scoperto anche il presunto assassino: è ancora“Aria di elezioni”,ma non è stata l’aria di sempre e non poteva esse diversamente. Non è stato un bel vivere, almeno ultimamente, e qualcuno avrebbe fatto a meno di andare a votare. Nemmeno seguire lo spoglio ha avuto il sapore di una volta. Forse perché il risultato era scontato. Il tramano partecipa, ma con il solito distacco, quanto avviene attorno a lui; ;intanto per alcuni mesi avrà di che dire e ridire, visto che alcune questioni sono comunque ancora da definire. Vogliamo provare a ricordare i buchi neri della nostra città? C’è piazza Dante, c’è il Lotto Zero, c’è la Teramo- Mare, per di più già franata. “Aria di elezioni” ma non per tutti. D’altra parte il varo di alcune liste ha evidenziato quanto sia profondo il distacco della gente dalla politica anche se, chi riesce a conquistare una poltrona, difficilmente la vorrà perdere per i compensi che aiutano ad arrivare a fine mese. Aria di elezioni, aria di nuovo alleanze, di nuovi passaggi di partito e di vecchi ritorni. E poi rivedremo le cariatidi, quelle che, a dispetto degli ‘anta’ superati, credono di essere ancora sul podio dei vincitori, credono ancora che la storia venga scritta da chi vince. Non sanno che l’anagrafe è una brutta bestia e quando uno è nato prima, c’è proprio poco da fare. Nel frattempo, anche i figli delle cariatidi sono stati sistemati e vivono all’ombra dei majores , pur non avendo la stessa stoffa. Teramo non è più la tanto decantata isola felice e viene travolta dagli eventi e dalle tante promesse elettorali, promesse da marinaio! In alto mare,la forza delle burrasche è tale che molte volte i marinai sono pronti a fare voti e promesse di penitenze, pur di garantirsi la via del ritorno (sani e salvi). Una volta a terra, dimenticano i momenti difficili e, di conseguenza, i buoni propositi. E allora tali proponimenti sembrano essere andati a fondo con la tempesta. In fondo in fondo, ognuno di noi e; un po’ “marinaio”. Certe situazioni non sono mutate, sono invece peggiorate. E delle votazioni è rimasta soltanto tanta carta che comunque tornerà utile in inverno quando dovremo accendere il fuoco per il barbecue. Sotto questo aspetto,almeno, la “nostra” Teramo non è cambiata… e non è poca cosa!... anzi proprio in questo spaccato c’è la forza di resistenza di una comunità costretta a vederne delle belle. Sul resto sarebbe meglio sorvolare. Ma non c’è tempo, perché sta per scattare la caccia all’assessorato. Assisteremo così al solito balletto, anche se probabilmente è stato già tutto scritto, come da migliore tradizione e come ci hanno tramandato quelli che, ormai scomparsi, si misero in prima linea per fondare l’ospedale di Teramo. Veramente oggi nulla più sorprende. Pur cambiando etichetta, la sostanza delle cose è sempre la stessa ed anche in quest’ ultima affermazione c’è qualche cosa di dejà vu Tout se tien dalle liste elettorali ai commenti. Dopo Mombasa niente di nuovo.