mercoledì 6 gennaio 2010

Ce la faremo ancora

Un altro Natale. Un altro anno oramai alle porte. Bilanci, previsioni, speranze. Per una realtà teramana che lentamente cerca di uscire fuori dal suo atavico isolamento. Alcune questioni inerenti il traffico sono state risolte, altre attendono interventi drastici e mirati. Ma in alcune questioni legate alla realizzazione dell’opera sono stati registrati ritardi anche notevoli. Colpa dei comitati di difesa. Che sono sorti come funghi, hanno cercato con ogni mezzo comunque legittimo di ostacolare l’opera e poi gli stessi comitati sono scomparsi o per meglio dire si sono posti in un silenzio assordante. E’ accaduto per la discarica, è accaduto per il parcheggio di piazza Dante, è accaduto e sta accadendo per la rampa del Lotto Zero alla Gammarana. Così si ritarda il completamento dell’opera e si potrà continuare a gridare che il traffico è impazzito, che il Lotto Zero dopo quasi 30 anni o forse di più non è stato ancora ultimato. Anche a Natale assistiamo al balletto delle responsabilità con lancio di reciproche accuse di essere bugiardi. Ma non è possibile accertare se il naso si allunga a qualcuno.Che bello quando nelle favole invece si poteva prendere atto dell’allungamento nasale. Ma alle favole orami chi crede più?

E allora Natale tranquillo si spera e un anno nuovo che porti ai teramani quanto desiderano. In verità i teramani se ne aspettano tante di cose belle, ma bisognerà fare i conti con tante questioni legate alla realizzazione di opere, infrastrutture e quant’altro. Siamo in ballo e balleremo ancora una volta. Senza rinunciare praticamente a nulla. Cenone, veglione, gita fuori porta e se ci sarà la neve anche un salto lassù dove volano le aquile per riprovare il brivido delle discesa “libera”. Non si rinuncia a nulla. Ed è meglio così perché la crisi se mai arriverà per davvero dovrà trovarci un calice di spumante italiano in mano. Con la pappole rosse e con una gran voglia di continuare a vivere. Anche a Teramo. In questa bomboniera magari non più isola felice, ma sempre cittadina nella quale vivere a misura d’uomo perché si continua a stare bene. Nonostante tutto. Nonostante le questioni non risolte, nonostante le problematiche che angosciano ma fino ad un certo punto.

Auguri dunque a tutti. Auguri per un anno ricco di soddisfazioni e di salute. Perché la salute resta il bene primario. Senza non si va da nessuna parte. Era solito ripetere un macellaio teramano gaudente che “nella vita occorrono soldi e salute, ma senza salute con i soldi che ci fai?” In poche battute la vera realtà della vita. E allora in alto i calici e brindiamo con un urlo liberatorio che cacciare fuori l’angoscia. E per scacciare la paura di non farcela. Ce la faremo ancora. Alla faccia di tutti. Perché il teramano si piega ma non si spezza, perché il teramano non molla e per utilizzare una frase strappata al mondo del calcio “tornerà peggio di prima”. Che non è una speranza, è invece quasi una promessa.