mercoledì 6 gennaio 2010

A proposito dei fagottini dei cani dei teramani


Pubblichiamo un testo apparso su un depliant turistico
Teramo è una piacevole località abruzzese, con una caratteristica che sicuramente le assegna un posto speciale tra le città del Belpaese. Nelle sue vie - sia quelle antiche e tortuose del centro storico, sia quelle più nuove e urbanizzate della periferia - fanno bella mostra di sé escrementi di cane, lasciati senza remore di parsimonia, dai fedeli amici dell’uomo, con il compiaciuto e sorridente beneplacito dei propri accompagnatori.
E’ uno spettacolo unico, sorprendente. Non c’è via, non c’è angolo, non c’è piazza nella quale non si corra il rischio di incappare in tali meraviglie; e lo sguardo si lascia andare alla contemplazione, figurandosi la sequela di fagottini che decorano con così copiosa benevolenza le meraviglie architettoniche ed urbanistiche che ne fanno da scenario. Il medioevo vero, non quello dei monumenti e dei palazzi!!
Consigliamo con convinzione al turista che si reca a Teramo, di non rinunciare ad un “tour marrone”: ne trarrà sicuro giovamento. Difatti, oltre all’indiscutibile vantaggio che ne deriva per il decoro cittadino, lo spettacolo offre, a suo modo, la possibilità di accrescere le conoscenze zoologiche, nella fattispecie canine. La dimensione, la composizione, la quantità, la stessa disposizione degli involti, può indicare chi ne è stato artefice, aprendo così interessanti escursioni (e finanche appassionanti gare) nel discernimento di quale razza abbia di volta in volta fornito il contributo.
E se è davvero fortunato, il turista potrà perfino gustare lo spettacolo del malcapitato cane (e del suo sventurato padrone, non di rado yuppie carrierista, con tanto di abbronzatura da settimana bianca), che vengono invitati da qualche intollerante cittadino ad essere più rispettosi della città e degli altri (pensate un po’ dove può arrivare l’ignominia dei comunali!). Per fortuna il cane che non può e il padrone che non vuole, se ne fottono della reprimenda e tirano avanti, talvolta inveendo giustamente contro il seccatore, più spesso suggellando l’incontro con una nuova opera d’arte.
Ma di sicuro questo è solo uno degli innegabili vantaggi offerti dalla singolarità delle cose teramane. A dirla tutta, andrebbero presi ad esempio quei padroni, veri amanti degli animali, che tolgono dalla strada o dai canili o dagli allevamenti specializzati, le povere bestie per regalare ad esse un futuro felice. E non è colpa loro, poi, se in città – e sì questo bisogna notarlo! – non esistono bagni per animali, non vi sono macchinette che dispensano kit per la pulizia, non esistono spazi riservati alla bisogna. Che fare, se questo è lo stato delle cose? I giardini pubblici sono lì apposta, le strade sono di tutti (e perciò di nessuno) le buste e i guanti da portarsi dietro da casa non ci sono mai, quando servono..
Ci dicono che esiste una ordinanza che disporrebbe multe a carico di chi consente ai propri quattrozampe di fare così; ci dicono che qualche multa è stata elevata; ma per fortuna dei turisti, le cose sono ridotte. Siamo alle solite, con queste disposizioni: l’indegno spettacolo di chi vuol dare regole alla convivenza sociale, l’inqualificabile tentativo di turbare la libertà di fare e disporre come meglio si crede, la vergognosa manovra che vuol negare un diritto che spetta a cani e padroni. Per fortuna il progresso sa quali strade percorrere..
Ah un’ultima raccomandazione: attenti alle scarpe, ché se pestate un fagottino, poi vi si sporca la macchina..